L’illuminazione zenitale caratterizza l’ambiente interno: i lucernai coprono l’intera crociera centrale, con l’accelerazione luminosa e spaziale del
tiburio crucesignato sull’altare. La preponderante illuminazione naturale non è tuttavia ottenuta con materiali leggeri o diafani: la scelta del calcestruzzo e del vetrocemento manifestano una concretezza fisica capace di catturare e trattenere la luce, usandola come elemento di costruzione. Oltre alle
aperture nel solaio, la luce è condotta nell'involucro murario grazie alle vetrate nei tagli degli ingressi e alle
feritoie, ricavate agli spigoli esterni dei bracci della crociera, sfruttando tutte le potenzialità offerte dall'interpretazione di sapore 'neoplastico' (Gresleri 2001) della
pianta a croce greca. La combinazione dei tagli e dei lucernai, che alternano luce diretta e luce indiretta, porta ad animare le
superfici in calcestruzzo a vista, rendendo riconoscibile l'impronta delle casserature lignee e bagnando i materiali con luce calda. Ma soprattutto, secondo Glauco Gresleri (1984, p. 52), “sotto questa luce – progettata perché risulti appunto ‘squillante’ – i segni e le azioni liturgiche acquistano la massima intensità espressiva, si esaltano attraverso l’astrazione e comunicano in termini di lirismo”; si tratta di un caso singolare in cui la geometria e il ritmo, e non i lirismi espressionisti, sono “generatori di emozioni”.