Il borgo storico di Varedo sorge sullo snodo viario tra la via Comasina (direttrice per Chiasso) e il collegamento est-ovest tra Monza e Saronno. Alloriginaria vocazione agricola e commerciale del centro, subentra nellultimo quarto dellOttocento un intenso sviluppo industriale, innescato dalla strada ferrata Milano-Meda (1876) e dal canale Villoresi (1888). Linsediamento nel 1921 della SNIA- industria che arriverà ad occupare 7mila lavoratori - determina la prima espansione edilizia e la fine del sistema agricolo tradizionale. Il quartiere di Valera sorge lungo la strada per Desio nel secondo Dopoguerra, in assenza di strumenti urbanistici, isolato dal nucleo storico di Varedo dalla superstrada Nuova Comasina (1970). Larea è interessata dal piano Varedo 3 (L 167), per raggiungere circa 5mila abitanti alla fine degli anni Ottanta, quando comincia lurbanizzazione dellarea sud del quartiere.
Lulteriore espansione e riqualificazione dellinsediamento prevista negli anni Novanta determina linserimento di Valera nel piano complessivo dellarcidiocesi di Milano per la dotazione di complessi parrocchiali nuovi e adeguati. Nel 1984 era stato rifondato lUfficio Nuove Chiese, guidato da mons. Giuseppe Arosio (già parroco costruttore della chiesa di San Giuseppe a Monza). Allinizio dellepiscopato del card. Martini era stata anche riavviata la collaborazione tra lUfficio e il Comitato Nuove Chiese (ente promotore e finanziatore dei nuovi complesso parrocchiali), fondato dal card. Montini nel 1958 e allora posto sotto la presidenza dellon. Mattei; il rinnovato Comitato viene presieduto dallon. Giuseppe Zamberletti. Il Piano Cardinal Montini per la costruzione di 25 nuove chiese è promosso e sostenuto da mons. Barone, pro-vicario del settore economico-tecnico, proponendo quasi una rivisitazione del piano di Montini 22 chiese per 22 concili. Nel 2000, anno in cui viene dedicata la nuova chiesa di Varedo e anno successivo alla lettera pastorale Quale bellezza salverà il mondo?, lUNC ha già realizzato o ha in corso di realizzazione oltre 50 chiese, il doppio di quelle previste dal Piano. Il concorso Tre chiese per il 2000 viene lanciato dalla Curia per alimentare il dibattito e la riflessione culturale sul rapporto tra architettura e pastorale. Le tre sedi concorsuali sono le parrocchie di San Romano al Gallaratese, SantIreneo a Cesano Boscone e Maria Regina a Varedo. Il concorso è bandito il 26 maggio 1989; allUfficio pervengono 312 progetti (un centinaio per area), di cui 14 ammessi alla seconda fase, che - dopo una periodo di coinvolgimento diretto delle comunità parrocchiali - si chiude nel marzo 1990. In giuria siedono i protagonisti del dibattito architettonico, quali Portoghesi, Gregotti, Gardella, Trebbi, Varaldo. Vincitori risultano Giangiacomo dArdia e Ariella Zattera (Gallaratese), Mauro Galantino (Cesano Boscone) e Contini-Ghillani-Bernardi (Varedo); tutte e tre le chiese sono state completate entro il 2000. In termini complessivi, i tre concorsi segnano una tappa fondamentale nella storia dellarchitettura di chiese italiana, sia per il dibattito che li accompagna, sia per gli esiti progettati e realizzati; per Portoghesi (1990, p. 95), si tratta del momento in cui si riprende in modo creativo il tema della chiesa assembleare, superando il limite della prima fase di ricerca condizionata in direzioni opposte dalla neutralità simbolica e dalle ambizioni scenografiche o gestuali, tentando di rispondere a quell interminabile elenco di ipotesi, che ha generato insoddisfazione e stanchezza. Tra i lavori dei circa 300 studi coinvolti, non mancavano impianti e figure molto tradizionali (neoromanici, neobramanteschi o di gusto Novecento), ma nemmeno episodi monumentali stilistici (alla Botta, alla Aldo Rossi, alla Canella), impianti da ‘villaggio rurale o, allopposto, piastre funzionaliste, il tutto arricchito da creazioni liriche estemporanee. Le scelte della committenza e della giuria paiono chiaramente indirizzate verso il valore urbano, morfologico, dei nuovi complessi parrocchiali, al loro misurato inserimento nella trama dei tessuti edilizi slabbrati del continuum urbanizzato milanese, alla ricucitura di trame e suggestioni. Per Peduzzi (1990, p. 17), direttore dellUT della curia, la ricerca tipologica ha dunque prevalso sullo sperimentalismo.
Nel caso di Valera, il progetto vincitore, riformulato tra la prima e seconda fase e arricchito grazie al dibattito con la comunità parrocchiale, intende proporsi come un vero e proprio organismo urbano: prevede di unire funzionalmente i due lotti mediante ununica direttrice nord-sud, lungo cui si collocano i volumi e gli spazi aperti richiesti del bando, disegnati su un modulo di m 10x10 e 2x2. Su una piazza aperta verso viale Brianza - piazza civica e religiosa al tempo stesso - si attestano il campanile e il fronte nord della chiesa, caratterizzato dal volume autonomo del battistero. A partire da tale nucleo ‘identitario di piazza/torre/battistero si sviluppa la stecca delle opere parrocchiali che, attraversando via Fiume, prosegue nel lotto meridionale, in cui trovano spazio i campi da gioco. Limporto opere previsto era di 1.728.000.000 Lire, di poco aumentato per adeguamenti in corso dopera.