«In analogia strettissima con la corrispondenza tra ciņ che si celebra e ciņ che si crede (secondo l‘indiculus di Prospero d‘Aquitania: legem credendi lex statuat supplicandi - la regola del pregare stabilisca la maniera del credere ), ci si puņ aspettare che l‘architettura e l‘arte segnino e interpretino correttamente l‘azione rituale del battesimo, in modo tale che dalla lex orandi scaturisca una coerente ratio aedificandi. A tale impegno sono ora chiamate tutte le forze della Chiesa e dell‘arte, dal momento che la preparazione, la celebrazione e le conseguenze del battesimo cristiano sono fondamentali per il significato stesso del Vangelo inserito nella nostra storia e diventato elemento e realtà qualificante, sia nel contesto del movimento ecumenico, sia per la serietà del dialogo interreligioso». (Da Introduzione. Memoria e sperimentazioni di Guido Genero)